A scuola (ma anche a casa quando ci sono dei fratelli, oppure al parco) i conflitti - grandi o piccoli - sono all’ordine del giorno.
Siamo cresciuti imparando che bisogna essere gentili e non litigare, invece la discussione e il conflitto sono parte integrante della crescita.
Esattamente come l’autonomia nel vestirsi, nel mangiare, l’imparare a leggere e a scrivere sono processi che vanno accompagnati, anche per imparare a discutere e confrontarsi in modo costruttivo è necessario allenamento.
Chi gioca un ruolo fondamentale è sempre l’adulto: insegnanti, genitori, nonni, educatori disposti a dedicare il tempo necessario a risolvere il conflitto facendo da mediatori, con costanza e coerenza.
Non è facile perché questo implica prima di tutto rivedere il nostro modo di discutere (non puoi insegnare qualcosa che non hai imparato!) e poi investire del tempo di qualità nella relazione con i bambini.
In questo articolo ti racconto cos’è l’angolo della pace, cioè quello spazio che all’inizio può essere fisico, ma poi può diventare puramente immaginario.
L'angolo o il tavolo della pace è un posto dove ci si ritrova dopo un litigio per calmarsi, parlare delle emozioni e risolvere i conflitti in armonia.
Può essere un tavolino con due o tre sedie o un tappetino con cuscini a terra.
Dopo un conflitto si invitano le persone coinvolte a ritrovarsi in questo luogo insieme ad un adulto che fa da mediatore.
Il ruolo dell’adulto è quello di fare domande per guidare il dialogo e offrire un modello, una struttura che poi i bambini potranno imparare ad usare in autonomia (ad esempio: Che cosa è successo? Come ti ha fatto sentire? Che cosa potresti fare la prossima volta)
Con i bambini più grandi sarà più facile, con i più piccoli inizialmente sarà necessario fare da interprete.
Nella tua classe c'è un angolo della pace?