In questo blog troverai articoli nei quali parlo di pedagogia, con particolare attenzione al pensiero di Maria Montessori, alla crescita personale e alla genitorialità.
Unisco i miei studi, il mio percorso formativo e la mia esperienza per divulgare un’idea di pedagogia che possa portare adulti e bambini ad essere maestri di sè stessi.
Nel mondo dell'educazione e della crescita personale, ma anche nel lavoro e nelle conversazioni di tutti i giorni, spesso ci troviamo a utilizzare etichette per descrivere noi stessi o gli altri.
Le etichette sembrano offrire una comoda scorciatoia per comprendere chi siamo, ma in realtà possono essere altamente limitanti, facendoci credere di essere solo quello, o la somma di quelle caratteristiche. Mentre invece il nostro essere, il chi siamo veramente, è qualcosa di molto più complesso.
Come insegnante e family coach Montessori, vedo ogni giorno quanto sia importante riconoscere e coltivare la complessità e la unicità di ogni individuo, e in questo articolo voglio portarti il mio punto di vista.
Una mia insegnante diceva che le etichette si appiccicano sui contenitori da mettere in congelatore e non sulle persone. E io aggiungo che quando compro un vestito nuovo, la prima cosa che faccio è tagliare l’etichetta, perché molto spesso da fastidio invece di essermi d’aiuto (ditemi la verità, sono più le volte che guardate un’etichetta per capire come lavare un indumento o quelle in cui la tagliate perchè vi crea irritazione?).
Le etichette tendono a ridurre l'identità di una persona a una singola caratteristica o ruolo. O ancora ad una somma di caratteristiche o ruoli. Se etichettiamo un bambino come "timido" o "vivace", stiamo già limitando la nostra comprensione di chi è realmente e a lungo andare anche lui stesso finirà per incasellarsi in quella descrizione. Queste etichette creano una narrazione unidimensionale che oscura la ricchezza delle sue potenzialità e la varietà delle sue esperienze.
In un contesto educativo, ciò può avere conseguenze significative. Quando vediamo un bambino attraverso l'etichetta che gli abbiamo dato, rischiamo di ignorare altre qualità che non si adattano a quella specifica immagine. Questo approccio non solo limita la nostra percezione, ma come abbiamo detto può anche influenzare il modo in cui il bambino vede se stesso, portandolo a interiorizzare una visione riduttiva (e magari distorta) della propria identità.
La questione delle etichette diventa ancora più rilevante quando parliamo di multipotenzialità, ossia la capacità di eccellere in più aree e di avere molti interessi diversi. Le persone multipotenziali spesso faticano a trovare il proprio posto in un mondo che premia la specializzazione e tende a ignorare la vastità degli interessi e delle capacità.
In realtà anche definirsi multipotenziale è darsi un’etichetta, motivo per cui anche questo “incasellamento” non mi piace. Ciò che mi piace invece è il concetto, ovvero il fatto che una persona possa essere molte cose diverse nello stesso momento o in momenti distinti della sua vita.
Questo significa abbracciare la propria natura curiosa, esplorativa e versatile. Tuttavia, le etichette come "artista", "scienziato" o "sportivo" non riescono a catturare l'essenza di chi ha molteplici passioni e possono diventare delle gabbie, che impediscono alle persone di esplorare nuove strade e di esprimere appieno il proprio potenziale. O ancora, possono portarle a sentirsi sempre insoddisfatti perché non capaci di rimanere all’interno di un’unica definizione.
Nella filosofia Montessori, si valorizza la crescita globale del bambino, rispettando i suoi ritmi e i suoi interessi personali. Questo approccio è particolarmente efficace per chi si sente di avere numerosi interessi e curiosità, poiché incoraggia l'esplorazione e l'apprendimento in vari campi senza imporre etichette rigide.
Come insegnante e Family Coach Montessori, lavoro con le famiglie e gli insegnanti per aiutarle a comprendere l'importanza di non limitare gli individui con etichette, definizioni, diagnosi.
Invece di chiedere "Chi vuoi diventare?", possiamo chiedere "Che cosa ti interessa?" o "Che cosa ti piace fare?".
Invece di guardare alle aree di difficoltà, possiamo soffermarci invece sui punti di forza e le caratteristiche che funzionano bene.
Questo spostamento di prospettiva permette di aprire nuove porte e di coltivare la curiosità naturale dei bambini, riconoscendo che possono avere molte passioni diverse e che tutte meritano di essere esplorate.
Incoraggiare la crescita personale e la scoperta di sé richiede di andare oltre le etichette e di vedere ogni persona nella sua interezza, a partire da sé stessi. Solo così possiamo davvero valorizzare il potenziale di ciascuno e creare un ambiente in cui tutti possano fiorire.
A proposito di questo argomento, qui trovi la mia storia di allergie alle etichette e multipotenzialità.
In questo blog troverai articoli nei quali parlo di pedagogia, con particolare attenzione al pensiero di Maria Montessori, alla crescita personale e alla genitorialità.
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