In questo blog troverai articoli nei quali parlo di pedagogia, con particolare attenzione al pensiero di Maria Montessori, alla crescita personale e alla genitorialità.
Unisco i miei studi, il mio percorso formativo e la mia esperienza per divulgare un’idea di pedagogia che possa portare adulti e bambini ad essere maestri di sè stessi.
Era il mio primo anno di lavoro alla scuola primaria, ero felicissima che mi fosse stata assegnata una classe prima. Lavoravo in una scuola tradizionale ma dentro di me scalpitava quello che continuavo ad apprendere dal Metodo Montessori.
La bellezza di avere i bambini del primo anno sta nel fatto che per le famiglie l’importante è che i figli imparino a leggere, scrivere e far di conto, senza troppa preoccupazione rispetto ai fantomatici programmi delle varie discipline. Questo mi dava il grande vantaggio di poter proporre diverse attività, più o meno ludiche, più o meno statiche, da svolgere sulla base della libera scelta, in autonomia, in coppia o in piccolo gruppo.
L’obiettivo era generare in loro l’interesse ad apprendere, proporgli degli strumenti con i quali costruire il loro sapere, accendere in loro la fiamma della curiosità e della conoscenza.
Non volevo dare compiti per casa, li vedevo come un’imposizione. Già immaginavo l’incubo per i bambini di avere i genitori che iniziavano tutti i giorni, dopo pranzo, ad intonare la stessa solfa “Hai compiti? Dai che controlliamo insieme. No, non puoi giocare finché non li hai finiti. Prima il dovere e poi il piacere”. Credevo che questo fosse il modo migliore per far odiare la scuola. Che poi si sa, in questo modo si perde proprio chi avrebbe più bisogno di trovare il piacere di imparare.
Un’altra credenza che avevo forte in me riguardava proprio ciò che avrebbe potuto generare quella fiammella accesa nell’anima del bambino.
Un bambino che durante la mattinata a scuola ha provato piacere nello sperimentare, nell’apprendere, nel conoscere, è molto probabile che una volta a casa abbia voglia di condividere quanto vissuto e magari anche di fare qualcosa in autonomia.
Un esempio? Il bambino a scuola sta pian piano imparando a conoscere le lettere e a comprendere il meccanismo con cui si formano le parole. È possibile che al pomeriggio abbia voglia di prendere carta e matita e iniziare a scrivere il nome degli oggetti che vede nella sua stanza. Non è meraviglioso? Quel qualcosa in via di apprendimento lo interessa talmente tanto da scegliere in autonomia di esercitarsi ancora per sviluppare quella competenza.
Ecco, era questo l’obiettivo che volevo raggiungere.
Ad un certo punto è arrivato il momento in cui esplicitamente mi è stato chiesto dalle famiglie di assegnare i compiti per casa. Le motivazioni principali erano due: chi voleva che i figli avessero qualcosa da fare per tenerli impegnati, chi invece aveva la preoccupazione che solo la mattina non fosse sufficiente a far imparare abbastanza.
Da qui sono nate due riflessioni.
Come genitore ho la necessità di avere delle attività assegnate dalla maestra per tenere impegnato mio figlio nel pomeriggio? Quale fiducia ho riposto in questa figura professionale e in mio/a figlio/a? Avrei forse potuto porre la domanda in modo diverso? Ad esempio chiedendo all’insegnante spiegazioni sulla sua scelta, suggerimenti di attività interessanti che potrebbero tenere impegnato il bambino nel tempo extrascolastico o altro ancora?
Come insegnante ho esplicitato le motivazioni del mio modo di operare? Sceglierò poi di assegnare i compiti per rispondere al bisogno del genitore o manterrò fede alla mia idea iniziale? Quali sono le paure e le convinzioni che stanno alla base dell’una o dell’altra scelta?
A te la riflessione e se ti va puoi scrivermi per farmi sapere cosa ne pensi.
L’argomento “compiti a casa” è ampio e tocca molti aspetti differenti, presto ne parleremo da un altro punto di vista.
In questo blog troverai articoli nei quali parlo di pedagogia, con particolare attenzione al pensiero di Maria Montessori, alla crescita personale e alla genitorialità.
21/10/2024
Insegnanti
L'autunno è una stagione che offre numerosi spunti per attività e proposte educative che stimolano i sensi e aiutano i bambini a connettersiLeggi tutto
18/09/2024
Insegnanti
Maria Montessori considerava l’educazione come un processo assimilabile ad un triangolo equilatero, dove ciascun vertice ha la stessaLeggi tutto
11/09/2024
Adulto educatore
Il gioco è il lavoro del bambino perché attraverso il gioco, il bambino costruisce se stesso. Attraverso il gioco esplora il mondo, apprendeLeggi tutto
02/09/2024
Adulto educatore
Nel mondo dell'educazione e della crescita personale, ma anche nel lavoro e nelle conversazioni di tutti i giorni, spesso ci troviamo aLeggi tutto