Oggi prendo in prestito un grande insegnamento di Lucia Merico, una mia grande insegnante, e voglio condividerlo con te che stai leggendo.
Spesso come genitori o insegnanti ci arrovelliamo il cervello nel trovare risposta ai nostri perché.
Perché si sveglia così tante volte di notte?
Perché piange per niente? (Che poi niente non è, ma ne parleremo più avanti)
Perché continua a fare errori quando scrive?
Perché tutti i giorni arriva a scuola senza qualche materiale?
Se ci pensi bene, difficilmente chiedersi il perché di qualcosa, ti porta a trovare una soluzione.
O meglio, può essere che chiedendoti “Perché?” Trovi la causa, sistemi la causa del problema e quindi arrivi alla soluzione.
Se fosse così lineare, se ad ogni perché ci fosse una risposta chiara e facilmente trovabile, forse potremmo risolvere le situazioni in un batter d’occhio.
Eppure spesso non è così.
Chiedersi il perchè porta a scavare, scavare, scavare.
Il che può essere cosa buona, se sappiamo come farlo o se ci facciamo accompagnare. Altrimenti possiamo rimanere incagliati come nelle sabbie mobili.
Se vogliamo migliorare ogni giorno un pezzetto della nostra vita, ha più senso chiederci “Come posso fare per..?”.
Porci questa domanda ci orienta subito al presente, ci fa guardare in avanti, ci porta ad agire, a trovare soluzioni fantasiose, stimola la nostra creatività.
Il focus in questo modo non è più il problema, ma l’opportunità di trovare una soluzione.
Facciamo un gioco: solo per oggi, quando ti trovi di fronte ad un problema o ad una difficoltà, prova a chiederti “Come posso fare per (ad esempio, passare del tempo piacevole con i miei figli nonostante la notte in bianco)?”
Datti la possibilità di provare. Credimi, accadranno magie!
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