“Ecco un’altra obiezione facile nei seguaci della scuola comune. Come ottenere la disciplina in una classe di fanciulli iberi di muoversi?
Certamente nel nostro sistema abbiamo un concetto diverso della disciplina: la disciplina, anch’essa, deve essere attiva. Non è detto che sia disciplinato solo un individuo allorchè si è reso artificialmente silenzioso come un muto e immobile come un paralitico. Quello è un individuo annientato, non disciplinato.
Noi chiamiamo disciplinato un individuo che è padrone di sé stesso e quindi può disporre di sé ove occorra seguire una regola di vita.”
M. Montessori, La scoperta del bambino
Disciplina come padronanza e consapevolezza di sé, del proprio essere e del proprio agire nell’ambiente: che visione rivoluzionaria! E pensare che risale a più di un secolo fa.
L’ho provato sulla mia pelle più volte: quando l’ambiente risponde ai bisogni del bambino, quando la relazione con l’adulto è basata sulla fiducia, quando ci sono interesse e rispetto per ciò che si fa, il risultato è la disciplina.
Non è assolutamente un obiettivo facile da raggiungere. Molto spesso ai primi atteggiamenti indisciplinati, come siamo soliti chiamarli, l’adulto tende ad innervosirsi e magari alza la voce per ottenere un comportamento diverso.
Mi è successo molte volte. Il risultato? Senso di colpa, frustrazione e più confusione di prima.
Cosa permette di cambiare le carte in tavola? Fermarsi, respirare, osservare, comprendere cosa non sta funzionando. Prima di agire e parlare, valutare davvero cosa si potrebbe fare di differente per ottenere un risultato diverso rispondendo adeguatamente ai bisogni espressi dal bambino.
Il cambiamento parte da noi.
In questa rubrica potrai trovare brevi racconti e riflessioni che trattano di diversi argomenti: genitorialità, crescita personale, relazioni, insegnamento ed educazione in modo semplice, breve e diretto.
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